Risolvere i conflitti

La conflittualità nelle relazioni umane, nel lavoro e nelle imprese è un argomento sul quale vale la pena fare alcune riflessioni.

Le imprese sono costituite da persone ed è pertanto fondamentale che la maggior parte delle energie organizzative debbano essere concentrate verso la valorizzazione delle persone e dei rapporti tra gli individui all’interno dell’organizzazione.

Dirimere i conflitti e guidare il proprio team verso obiettivi ben determinati, misurabili e concretamente realizzabili dovrebbe essere un “MUST” per qualsiasi impresa che miri al successo.

Ma che fare quando i conflitti si manifestano per i più futili motivi?

 

Discussioni del tutto inutili per cercare il colpevole di un problema anziché cercare la soluzione; competizione avida tra gli elementi di un gruppo che rende impossibile risolvere una questione, egocentrismo che ci rende ciechi di fronte alle possibilità di azioni sinergiche; discussioni sterili e immotivate su chi deve o non deve fare una data operazione.

Ogni giorno le motivazioni che portano conflittualità sono le più disparate in ogni ambito delle relazioni umane. È nella natura stessa dell’essere umano trovare o meno quella affinità con i propri simili.

In tutto questo alla fine chi la fa da padrone è solo il tempo… il tempo che abbiamo sprecato.

La nostra vera risorsa come persone, famiglie, imprese è infatti il tempo, il passare delle ore che scorre inesorabilmente.

Possiamo controllare tutto ma non lo scorrere del tempo.

E allora perché non cercare di impiegarlo al meglio, riducendo i conflitti e rendendo le nostre giornate migliori e più produttive?

Per risolvere i conflitti che quotidianamente si presentano nell’ambito del lavoro, dell’impresa ma estendendo il discorso in uno qualsiasi degli ambiti di incontro tra individui occorre cambiare radicalmente il proprio modo di pensare e provare a vedere le cose sotto diversi punti di vista.

Uscire dal solito schema del conflitto in cui ci sono due parti coinvolte o due schieramenti che rappresentano le due alternative per risolvere una questione e passare a uno schema diverso quello della “TERZA ALTERNATIVA”

 

Di solito ognuna delle due parti in causa ha la pretesa di avere ragione e quando si riesce ad evitare lo scontro è perché si è raggiunto un compromesso.

 

Ma il compromesso comporta che una delle parti o entrambe rinuncino a qualcosa, o una delle due decida di soccombere abbandonando il campo e spesso i motivi della discordia continuano a fare capolino, le questioni sono solo parzialmente risolte. Prima o poi verranno nuovamente a galla.

 

Si può fare di più………

Questo tipo di mentalità così come sapientemente illustrata da   Stephen Cove nel suo libro “La Terza Alternativa” se conosciuta e applicata potrebbe dare un sensibile contributo al miglioramento dei rapporti e alla risoluzione dei conflitti in qualsiasi ambito della nostra vita, nel lavoro, a casa, in famiglia, nella politica, nell’azienda e nella società in genere.

È un contributo importante di consapevolezza che non va trascurato.

Ciò’ a cui mira “la Terza Alternativa “è trovare una terza soluzione che non sia quella delle due controparti ma sia una cosa nuova, diversa che le parti vedono entrambe in maniera entusiastica per effetto della sinergia creatasi nella sua formulazione.

È la vera SINERGIA.

Un termine inflazionato ma usato a volte senza comprenderne il vero significato.

Si tratta di raggiungere quella situazione in cui l’intero è maggiore della somma delle parti.

Come arrivare a questo obiettivo?

Stephen Cove riassume in quattro passaggi fondamentali il raggiungimento dell’obiettivo che porta alla fine del conflitto ma con quel qualcosa in più che è il frutto di un accordo sinergico.

 

  1. “MI VEDO”

In primo luogo, ciascuna delle due parti deve vedere sé stesso, sondare le proprie ragioni, riconoscere i propri pregiudizi.

La questione non è banale ma implica uno sforzo notevole, occorre mettere in discussione le proprie personali supposizioni; provare a pensare esattamente il contrario di ciò’ che si pensa in quel momento, mettersi il dubbio, capire le cause alla base del proprio pensiero.

 

  1. “TI VEDO”

In secondo luogo, ci concentriamo sull’altra parte e cerchiamo di accettare il punto di vista dell’altro, capire e quindi ascoltare.

Ascoltare in modo empatico cercando di interpretare le ragioni profonde dell’altro.

Immagina che l’altro abbia il Bastone della Parola e tu puoi solo ascoltarlo profondamente, astenendoti da giudicarlo, provare ad aprirti in modo incondizionato ad una valutazione positiva dell’altra persona.

 

  1. Paradigma “CERCO DI TROVARTI”

Mi astengo da qualsiasi giudizio sull’altro. Voglio capirlo profondamente.

Non cerco la risposta mentre parla ma mi concentro sul significato intrinseco delle sue parole.

Cerca di vedere l’altro non più come un concorrente, un nemico, un   subordinato … mettiti al suo stesso livello, non ci sono ruoli in questa fase solo due esseri umani che cercano di trovarsi.

 

4.“SINERGIA”

Entro in sinergia con te. Cerco una soluzione a cui non abbiamo mai pensato prima.

È il paradigma della creazione quello che porta non solo a risolvere il conflitto ma a trovare nuove soluzioni di collaborazione, di convivenza, nuovi sviluppi di una vicenda, nuove attività.

Il risultato ci entusiasma, ci carica, ci riempie di gioia, è una cosa nuova è il prodotto di entrambi, nessuno vuol prevalere sull’altro. È energia, è il valore che abbiamo dato al nostro tempo…poco…limitato ma proprio per questo estremamente prezioso.

 

 

 

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